Teatro

Beethoven e dintorni: la musica pervade Spoleto da mezzogiorno a sera

Beethoven e dintorni: la musica pervade Spoleto da mezzogiorno a sera

Arte e Musica al Festival: nella chiesa di Sant'Eufemia e nel chiostro di San Nicolò, spazio al grande compositore tedesco ed all'integrale delle Sonate per pianoforte: apertura con uno straordinario Francesco Libetta.

Ferve una città intera, attorno al Festival, aprendo ogni portone, lasciandosi visitare e scoprire attraversando chiese, palazzi e strade unite tutte dall'unico piacere di ospitare questi giorni di cultura intesa in senso più ampio possibile, come strada di collegamento fra due mondi e come scambio ed integrazione di generi artistici; oltre al ricco cartellone teatrale, infatti, l'arte e la musica invadono numerosi altri spazi di Spoleto e del Festival dei due mondi 2015, a partire dalla mostra di Botero a Palazzo Comunale (preceduta all'esterno dal monumentale bronzo) con 48 gessi che provengono dalla collezione privata personale di Fernando Botero, fra cavalieri, centauri, e figure maschili e femminili entrati a far parte dell'immaginario collettivo, a continuare con le esposizioni alla Rocca Albornoziana ed ai Palazzi Collicola e Racani Arroni; la musica, altresì, dopo la straordinaria edizione del Così fan tutte ed il concerto di apertura di musica Sufi, comincia a svelare un ricco programma concertistico che vedrà in scena tre generazioni di pianisti come Luis Bacalov, Rita Marcotulli ed Alberto Pizzo, ed ancora Adriana Asti impegnata con Bertolt Brecht e Kurt Weill, il recital di Juliette Gréco, lo speciale «La Dolce Vita» in piazza Duomo ed il concerto finale diretto da Jeffrey Tate, con Schubert e Brahms protagonisti.

Ma presenza più costante, serrata e piena di appuntamenti, pronta per essere ascoltata a mezzogiorno ed alla sera, è quella del ciclo Beethoven e dintorni: dopo le due scorse edizioni che hanno visto protagonisti Debussy e Chopin, i concerti delle 12 nella chiesa di Sant'Eufemia e delle 21 nel chiostro di San Nicolò quest'anno come fulcro hanno il grande tedesco, del quale è in programma l'integrale delle sonate per pianoforte; attorno ad esse, è stato costruito un programma che spazia da Hummel a Clementi, Haydn e Moschels, fino a compositori pressoché sconosciuti come Ferdinand Ries (che fu anche il suo segretario), oltre all'allievo Carl Czerny ed al suo primo interprete Friedrich Kuhlau, fino a Cherubini, autore prediletto di Beethoven.

Ed il primo appuntamento, oggi, nella straordinaria cornice sacra romanico-longobarda del X secolo quale è Sant'Eufemia, è stato impreziosito in apertura dall'esecuzione delle sei variazioni in sol maggiore WoO 70 sul duetto «Nel cor più non mi sento» da «La bella Molinara» di Giovanni Paisiello, oltre alla Sonata in re maggiore op. 26 n. 3 di Clementi, ai Sette studi dall'op. 740 di Czerny ed al grandioso finale con la Sonata in mi maggiore op. 109, il tutto per l'esecuzione davvero strepitosa di Francesco Libetta, il cui senso stilistico, le cui mani sagge e sensibili insieme, gli hanno consentito di affrontare le pagine con un virtuosismo ed una capacità timbrica davvero estremamente coinvolgenti.